Il Sistema Solare del San Giovanni Bosco

sistema solare

La nostra idea

Spesso, quando si parla di astronomia si ha solo una vaga idea delle dimensioni dei corpi celesti e delle distanze che li separano. In questo campo le cifre sono appunto "astronomiche" e per noi sapiens, che viviamo sulla superficie di un microscopico pianeta, non è facile rendersi davvero conto di cosa stiamo parlando.
Per facilitare le cose, abbiamo deciso di disegnare sulla parete del corridoio almeno i principali corpi del sistema solare in scala, cioè rispettando le loro proporzioni.
Il problema era trovare un fattore di scala per cui il Sole fosse abbastanza piccolo da essere disegnato sulla parete e la Terra e gli altri pianeti fossero abbastanza grandi da essere visti senza una lente d'ingrandimento.

Per avere un'idea ecco una tabella con il raggio e le distanze dal Sole dei vari corpi del sistema solare.

I corpi principali del Sistema Solare
    Raggio Distanza media dal Sole
Sole SOLE 995.000 km  
mercurio MERCURIO 2.440 km 57.910.000 km
Venere VENERE 6.052 km 108.000.000 km
Terra TERRA 6.371 km 149.600.000 km
Marte MARTE 3.390 km 227.940.000 km
Giove GIOVE 69.911 km 778.400.000 km
Saturno SATURNO 58.232 km 1.426.980.000 km
Urano URANO 25.362 km 2.870.000.000 km
Nettuno NETTUNO 24.622 km 4.497.000.000 km

sistema solare

Dopo vari tentativi abbiamo deciso di disegnare una Terra con un raggio di 1,25 cm. Partendo da questo dato abbiamo calcolato con una semplice proporzione il raggio del Sole

6.371 km : 1,25 cm = 695.000 km : x, da cui x = 136 cm

Un Sole con un diametro di poco più di due metri e settanta può essere disegnato. Con la stessa proporzione abbiamo calcolato le dimensioni di tutti gli altri pianeti, il più piccolo, Mercurio, ha un raggio di circa mezzo centimetro, mentre il più grande, Giove, arriva quasi a 14 cm.



IL PROBLEMA DELLE DISTANZE

Disegnare il Sole ed i pianeti del Sistema Solare in scala sulla parete del corridoio è possibile, ma le distanze tra questi corpi celesti sono troppo grandi per essere "compresse" in un corridoio scolastico. Applicando la stessa proporzione per calcolare la distanza di Mercurio ecco il risultato:

6.371 km : 1,25 cm = 57.910.000 km : x, da cui x = 11.362 cm

Vale a dire quasi 114 metri, decisamente troppo per il nostro corridoio. Abbiamo quindi deciso di disegnare le orbite dei pianeti, mantenendo lo stesso fattore di scala, sulle foto aeree ricavate da Google Map, ed ecco il risultato.

 

IL NOSTRO SISTEMA SOLARE

pIANETI INTERNI

Lasciando il Sole qui dov’è nel corridoio e mantenendo lo stesso fattore di scala (raggio di 1,36m), Mercurio verrebbe a trovarsi a poco più 110 m di distanza, la sua orbita incrocerebbe viale dei Mille all’altezza del Barrino (molti giurano di vederlo passare ogni tanto). Venere si troverebbe ad una distanza di 212 m e l’orbita della Terra taglierebbe a metà la rotonda tra via Diaz e viale dei Mille. L’orbita di Marte invece incrocerebbe via Diaz poco distante dall’inizio di via 25 Aprile.

PIANETI ESTERNI
Per arrivare ai pianeti esterni dovremmo spostarci molto di più. L’orbita di Giove taglierebbe via Gramsci (in Vallibona), più o meno all’altezza di via della Ferriera, mentre quella di Saturno attraverserebbe la regionale 68 per Poggibonsi all’altezza di Maltraverso. Urano orbiterebbe tranquillo passando più o meno tra San Lucchese e il palazzetto della Virtus a Poggibonsi, mentre per incrociare l’orbita di Nettuno occorrerebbe arrivare al Cipressino, tra Barberino e Poggibonsi.

nube di Oort

Oltre l’orbita di Nettuno orbitano molti altri corpi celesti come Plutone o Eris, ma per arrivare ai confini del sistema solare dovremmo spingerci fino alla nube di Oort, il luogo da cui provengono le comete. Alla scala del nostro sistema solare vorrebbe dire allontanarsi almeno di 5800 km, più o meno fino al confine tra India e Pakistan.


LA PLACCA DEI PIONEER

placca dei Pioneer

placca dei Pioneer Avventurandoci vero i confini del Sistema Solare ci è sembrato appropriato disegnare sulla nostra parete la placca dei Pioneer. Si tratta di due placche in alluminio anodizzato con oro, che furono posizionate a bordo delle sonde Pioneer lanciate dalla NASA rispettivamente nel 1972 e nel 1973.
Il Pioneer 10 e il Pioneer 11, dopo aver esplorato parte del sistema solare sono state indirizzate verso lo spazio esterno e sono destinate ad andare alla deriva nello spazio per centinaia di milioni di anni.
Il 1° gennaio 2016 il Pioneer 10, che è diretto verso la costellazione del Toro, si trovava a 114,07 UA (circa 17 miliardi di chilometri) dalla Terra e si stava allontanando dal Sole ad una velocità di 12,04 km/s. Il Pioneer 11, ha perso i contatti con la Terra nel 2009 e fra circa 4 milioni di anni passerà nei pressi di una delle stelle della costellazione dell’Aquila. Nella, pur remota, eventualità che le due sonde vengano intercettate da esseri extraterrestri fu deciso di creare una specie di messaggio che potesse essere interpretato da un’altra specie intelligente.

QUAL E' IL SIGNIFICATO DEL DISEGNO?

L'ATOMO DI IDROGENO

ATOMO IDROGENO Nell'angolo superiore sinistro della targa c'è un disegno che rappresenta "la transizione iperfine per inversione di spin dell'idrogeno". Al di sotto di questo simbolo c'è una piccola linea verticale che rappresenta la cifra binaria 1. L'inversione di spin dell'elettrone di un atomo di idrogeno da uno stato elettronico spin up ad uno stato elettronico spin down può essere associata ad una lunghezza (lunghezza d'onda 21 cm), ma anche ad un tempo (frequenza, 1420 MHz, periodo 0,7ns). Entrambi questi valori sono usati come unità di misura negli altri disegni.

SALVE! CI SIAMO ANCHE NOI
PLACCA DEI PIONEER

Sul lato destro della placca sono rappresentati un uomo e una donna di fronte alla navicella così che se ne possa dedurre le dimensioni per confronto. Tra i segni che indicano l'altezza della donna, si può vedere la rappresentazione binaria del numero 8. Se i nostri extraterrestri fossero molto intelligenti, potrebbero capire che moltiplicando per 8 la lunghezza d'onda associata all'inversione di spin dell'atomo di idrogeno (8 x 21 cm = 168 cm) si otterrebbero all'incirca le dimensioni appunto di un essere umano.
La mano destra dell'uomo è alzata in un gesto di pace. Anche se questo gesto non venisse compreso, esso mostra il pollice opponibile e come possono essere mossi gli arti.
In origine Carl Sagan, autore del disegno assieme a Frank Drake, disegnò gli umani che si tenevano per mano, ma presto si rese conto che gli extraterrestri avrebbero potuto interpretare la figura come una singola creatura invece che due organismi.

 

LA NOSTRA POSIZIONE NELLA GALASSIA
PULSAR DELLA GALASSIA La zona radiale a sinistra della placca mostra 15 linee che si diramano da una stessa origine. Quattordici di queste linee hanno un corrispondente numero binario molto lungo, che rappresenta il periodo di altrettante pulsar individuate nella nostra galassia. La lunghezza delle linee mostra le relative distanze fra le pulsar e il Sole.
L'idea è che anche le eventuali civiltà extraterrestri conoscano l'esistenza di queste pulsar e possano effettuare una triangolazione per dedurre la posizione del nostro Sistema Solare nella galassia.
La quindicesima linea sulla placca si estende verso destra, dietro le figure umane. Questa linea indica la distanza relativa del sole dal centro della galassia.

TERRA TERZO PIANETA DI SOLE, LA CASA DI HOMO SAPIENS
SISTEMA SOLARE

Alla base della placca c'è un diagramma schematico del sistema solare. Viene mostrata una piccola immagine della sonda. La traiettoria mostra la sua partenza dal terzo pianeta e la sua destinazione una volta superato Giove al di fuori del sistema solare. Gli anelli di Saturno potrebbero dare un ulteriore suggerimento per identificare il sistema solare. Questo disegno risente purtroppo delle conoscenze disponibili negli anni '70 del secolo scorso, gli anelli attorno ai pianeti Giove, Urano e Nettuno erano ignoti e Plutone era ancora considerato un pianeta. Il numero binario vicino ai pianeti mostra le distanze relative dal sole usando come unità un decimo dell'orbita di Mercurio.

E SE CAPITASSE A NOI? SAPREMMO LEGGERE IL MESSAGGIO DI UNA SPECIE DIVERSA DALLA NOSTRA?

Secondo molte persone il messaggio è troppo antropocentrico e troppo difficile da comprendere. Sebbene il messaggio fosse progettato per codificare il maggior numero di informazioni possibile in uno spazio minimo, piuttosto che essere facilmente leggibile, pochissimi degli scienziati a cui fu mostrato furono capaci di decodificarlo completamente. Per ironia, una delle parti del diagramma che è tra le più facili per gli umani ad essere compresa potrebbe essere tra le più difficili per gli extraterrestri: la freccia che mostra la traiettoria del Pioneer. Un articolo sullo Scientific American critica l'uso delle frecce perché le frecce sono un manufatto di società di cacciatori-raccoglitori come quelle della Terra; esseri viventi con una differente eredità culturale potrebbero trovare il simbolo della freccia insignificante.

Sistema Solare San Giovanni Bosco
Sistema Solare San Giovanni Bosco

Hanno collaborato alla realizzazione: Amy Baldesi, Rea Beci, Matilde Borri, Enza Buonocore, Asia Cancelli, Arianna Dini, Marta Del Giudice, Oriana Taglialavore, Lucrezia Saccocci, Lucrezia Bacci, Alessandra Trapani, Teresa Mathis, Denise Lombardo, Adele Ricci, Maria Vincenza Russo, Ludovica Demma, Matilde Salucci, Matilde Gozzi, Elena Toce. Supervisione Michele Maccantelli.